LA TEMPERATURA AMBIENTE NON ESISTE: pessimi consigli sulla conservazione dei medicinali

Quando si parla di conservazione di farmaci termosensibili, uno dei consigli più diffusi — e purtroppo più fraintesi — è: “Puoi tenerlo a temperatura ambiente”.
Ma che cosa significa davvero “temperatura ambiente”?
“Temperatura ambiente” non vuol dire nulla
Se ci pensiamo, anche il deserto del Sahara e il Polo Nord sono “ambienti”... ma hanno temperature agli antipodi. Dire “temperatura ambiente” senza specificare numeri è come dire “mettiti comodo” senza dire se serve un maglione o un costume da bagno.
Per la conservazione dei farmaci, questa vaghezza è pericolosa: molte persone, fidandosi di questa indicazione generica che purtroppo spesso viene addirittura dai medici, finiscono per esporre il medicinale a condizioni che ne compromettono stabilità, integrità ed efficacia.
Ogni farmaco termosensibile ha limiti precisi
Sul foglietto illustrativo di ogni farmaco termosensibile sono riportati temperatura massima consentita e tempo massimo di esposizione.
Non sono raccomandazioni facoltative, ma condizioni di sicurezza stabilite da studi di stabilità.
Alcuni esempi:
-
Insulina: tra i 25°C e i 30°C, per un massimo di 28 giorni (a seconda del tipo)
-
Saflutan® (collirio): massimo 25°C per 28 giorni dopo l’apertura
-
Mounjaro® (tirzepatide): massimo 30°C per 21 giorni
-
Ozempic® (semaglutide): massimo 30°C per 6 settimane
-
Wegovy® (semaglutide): massimo 30°C per 28 giorni
-
Genotropin® Pen (somatropina): massimo 25°C per 28 giorni
-
Fastjekt® (adrenalina auto-iniettore): massimo 25°C, sempre in confezione protetta dalla luce
-
Sazenda® (somatropina): massimo 25°C per 28 giorni
-
Trulicity® (dulaglutide): massimo 30°C per 14 giorni
Superare queste soglie, anche per poche ore, può alterare l’efficacia e in alcuni casi rendere il farmaco inutilizzabile.
Un rischio clinico ed economico
Conservare male un farmaco termosensibile significa mettere a rischio la propria terapia — ma anche sprecare medicinali che spesso hanno costi piuttosto elevati.
Molti di questi trattamenti, come gli analoghi del GLP-1 o la somatropina, possono valere centinaia di euro a confezione. Un’esposizione a temperature superiori ai limiti può tradursi in un danno economico importante oltre che in un problema di salute.
Come comportarsi in pratica
-
Leggere sempre il foglietto illustrativo
-
Controllare la temperatura con strumenti affidabili, non “a sensazione”
-
Proteggere il farmaco durante i viaggi o le giornate calde con soluzioni refrigeranti come i nostri astucci brevettati FRÍO®
-
Evitare luoghi soggetti a sbalzi di temperatura (auto, vicino a finestre, borse al sole)
In sintesi
La “temperatura ambiente” è un concetto vago e potenzialmente pericoloso.
Per proteggere la tua salute e il tuo investimento, rispetta i limiti specifici indicati per il tuo farmaco e adotta strumenti adeguati per mantenerlo nelle condizioni ideali.
Il termometro, in questo caso, è il miglior alleato della tua terapia.
Non hai ancora adottato una soluzione per proteggere dal caldo i tuoi medicinali? APPROFITTA DEI SALDI E ACQUISTA ORA I TUOI ASTUCCI FRÍO®!
Commenti