
Privacy del paziente e dignità
Il Garante della privacy, con il provvedimento generale adottato il 9 novembre 2005, ha prescritto a organismi sanitari pubblici e privati diverse misure da adottare per adeguare il funzionamento e l’organizzazione delle strutture sanitarie a quanto stabilito nel Codice sulla privacy del paziente e per assicurare il massimo livello di tutela delle persone.
In particolare, ciò che gli organismi sanitari dovrebbero garantire è:
- la tutela della dignità del paziente, soprattuto con riguardo a fasce deboli e a pazienti sottoposti a trattamenti medici invasivi;
- la riservatezza nei colloqui e delle informazioni sulla salute, sulle prescrizioni mediche e sulle cartelle cliniche;
- la riservatezza durante le operazioni amministrative allo sportello (prenotazioni) o al momento dell’acquisizione di informazioni sullo stato di salute;
- non visibilità ad estranei liste di pazienti in attesa di intervento.
Eppure molto spesso quello che accade è un po’ diverso.
Ci ha scritto Francesca, donna di quasi 50 anni, con diabete di Tipo 1 da più di dieci, imprenditrice. Francesca nella sua mail si è descritta come una donna forte, che è sempre stata molto reattiva in senso positivo anche di fronte alla sua malattia ma che da qualche tempo, vuoi per lo stress nella vita personale e professionale, vuoi per la fase fisiologica data dall’età, stava avendo maggiori difficoltà anche nella gestione del diabete; glicemie alte, disordine alimentare, ipoglicemie più frequenti e… uno stato di fondo che lei stessa ha definito un po’ depresso.
Dopo un po’ di tentennamenti ha deciso di contattare il suo medico dialettologo che la segue fin dall’inizio ed è andata a parlarci.
Un po’ per il suo stato emotivo appena descritto, un po’ anche per la preoccupazione mentre gli raccontava il tutto le scendevano le lacrime. Faceva domande, chiedendo cosa fosse cambiato per cui non stava funzionando più come prima la solita terapia. Francesca ci ha scritto che segue la terapia multiiniettiva con le due tipologie di insulina: rapida e lenta. Si stava ponendo il problema se dover passare al microinfusore che aveva rifiutato per tanti anni nonostante il suo medico glielo avesse proposto tante volte. Tutto questo, piangendo.
Solo che mentre lei parlava esprimendo il suo disagio e tutte le emozioni che in quel momento stava provando, entravano e uscivano dalla stanza in cui si trovava con il medico, gli specializzandi che non curanti della sua presenza e del suo evidente stato d’animo, entravano, presentavano al medico i casi di altri pazienti, discutendo eventuali cambi di terapia e uscivano.
E Francesca era lì, e per loro era come se non ci fosse.